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Piccolo omaggio “floreale” a Giorgio Morandi, pittore e incisore, a cinquanta anni dalla sua morte (giugno 1964 –2014), perché questa ricorrenza non sia velocemente archiviata.

La sua opera e vita suscitano in noi profonda ammirazione e interesse, sentimenti che condividiamo con molti altri, oltre ai bambini, alcuni giovani e affermati artisti cinesi.

 

Auguriamo a Bologna, dove ha lungamente camminato, insegnato e prodotto la sua arte, di rilanciare in Europa e nel mondo approfondite ricerche sulla storia della famiglia Morandi e sul rapporto fra il giovane Giorgio e l’Amministrazione comunale. Vorremmo che si ripercorresse l’intera vicenda della sua vita, soffermandosi su parole e legami intrattenuti con la natura e i suoi orizzonti; con persone, ambienti italiani e stranieri. Ci piacerebbe che si incoraggiassero giovani e studiosi a piegarsi su carte, documenti, fotografie, che riguardano l’avventura umana e artistica di Morandi. Che si facesse a gara a sfogliare, in versione digitale, e annusare i libri a lui appartenuti, che si respirasse la polvere del suo studio in via Fondazza, sedendo in silenzio nel suo giardino, luogo che potrebbe diventare “un caffè dei poeti”.

 

Occorre, infatti, incamminarsi di nuovo e con rigore, lungo i sentieri della ricerca che porta a Morandi, non dare per acquisita nessuna certezza, scongelare i giudizi, uscire da antiche contrapposizioni, lasciare parlare le carte, le fotografie, le rare immagini in movimento, e le parole vergate dallo stesso pittore. E non sentirsi in imbarazzo di fronte ad un artista, che amò molto la madre, le sorelle e le donne (di cui non si parla mai), dotato di un animo grande, ma accartocciato (come in autunno le foglie del suo giardino), e che alla fine non sopportava confronti con nessun altro, fino a sfregiare violentemente l’amicizia con il geniale critico Gaetano Arcangeli che ne uscì travolto.

 

Bologna, la città di Morandi, dal titolo del libro che Renzo Renzi gli dedicò, ha la possibilità di attraversare il nuovo secolo, chiamando a convegno i giovani di tutto il mondo, offrendo loro, anche solo virtualmente, lo scrigno Morandi, l’intera gamma della tavolozza del pittore (che in gran parte è ancora quella della città), assieme al ragù, secondo la ricetta della madre.  

 

 

Angela Tromellini

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